Lettera a Asia Argento e #metoo


Cara Asia,
sono molto orgogliosa di te e di quello che hai fatto. Per denunciare, specialmente un uomo così importante nel tuo settore, ci vuole una montagna di coraggio e lo slut shaming che stai subendo in questo periodo è proprio la dimostrazione che viviamo ancora in una società misogina e arretrata che non riesce a capire quanto possa essere stata asfissiante e senza via di scampo la situazione in cui, tuo malgrado, sei finita. Hai fatto bene a denunciare. E non solo per te. Per tutte noi donne.
Non importa se è passato del tempo. Non importa se la tua carriera ha beneficiato da quella orrenda situazione. Non importa se sei stata costretta con una pressione psicologica e non con un'agguato. Una molestia e, ancora peggio, uno stupro, rimangono sempre una molestia e uno stupro. 
Non è la vittima che deve essere sotto processo. 
Non sei tu che devi essere sotto processo. 

Ti ringrazio per aver denunciato. 

Ti ringrazio per aver cominciato a squarciare un velo di omertà che nasconde efficacemente una cerchia di impuniti, che pensano che le donne siano solo dei pezzi di carne su cui possono sfogare le loro schifose pulsioni. Una cerchia molto ampia, nostro malgrado.

Ancora oggi, nel 2017, lo stupro è un'arma a doppio taglio, per ferire e per insozzare la vittima. La pudicizia e la paura (di ritorsioni, di non essere creduta, di essere vista come una "puttana", di perdere il lavoro per cui si è tanto sudato, di essere bandita, di non trovare più nessuno che voglia starci accanto)  impediscono di denunciare, facendo purtroppo il gioco dei porci. Lo sappiamo tutte. Se denunciamo o anche solo se viene fuori che abbiamo fatto del sesso ci si imprime addosso uno stigma sociale per cui possiamo essere ricattate, insultate, trattate come se fossimo macchiate, come se non valessimo più nulla. Come se non fossimo esseri umani ma scarti. E lo sai tu, e lo sa Tiziana Cantone, e lo sanno tutte quelle, tante, troppe, ragazze e donne che hanno vissuto una situazione del genere. 
E questo è ora che non valga più, per cui abbiamo bisogno di donne coraggiose come te che si ribellino allo status quo e che alzino la mano, dicendo forte e chiaro il loro "Non ci sto". 

Noi non siamo carne, non siamo bestie. 
Siamo esseri umani e in quanto tali chiediamo e meritiamo rispetto.
Una donna vale tanto quanto un uomo. 
Un rapporto sessuale non rovina una donna, come non rovina un uomo.
Non esistono Sante e Puttane.
Ma esistono gli stupratori e devono marcire in prigione per i loro crimini.
E i benaltristi, i puritani, i garantisti, i notallman e gli insinuatori, ecco loro dovrebbero vergognarsi e chinare il capo. 
Non tu. 

Grazie Asia!
Con affetto,
Acalia Fenders

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Dato che ci sono ho deciso di partecipare alla campagna #metoo:

  • Per quella volta che era il mio primo lavoro, e il mio responsabile sul progetto si è preso delle libertà verbali nei miei confronti, sapendo che non potevo ribellarmi troppo. E il dirigente dell'azienda mi redarguì di essere più gentile con lui, dato che era mia superiore. Il porco ha provato anche a ricattarmi per andare a cena con lui, ma sono riuscita a svicolare. In quell'azienda, dopo un tirocinio non pagato che non potevo evitare per ragioni accademiche, mi offrirono un posto. Lo rifiutai;
  • Per quella volta che mi hanno costretta a salutare con due baci un collega che odiavo apertamente e che me ne aveva fatte di ogni, mentre altri colleghi maschi guardavano e ridacchiavano. Il motivo per cui lo odiavo di più era perché aveva la malsana abitudine di toccare (sul braccio, sulla spalla, sul fianco ...) e di sporgersi nella mia scrivania (praticamente me lo trovavo seduto in braccio). Finché ho avuto a che fare con lui ho considerato il mio spazio vitale violato. Ho festeggiato quando se n'è andato dall'azienda, mi faceva sentire profondamente a disagio;
  • Per quella volta che un compagno di università aveva deciso che sarei stata la sua ragazza e mi si è appiccicato per tutto un corso. Mi si sedeva a fianco in aula ed era un continuo toccare, invadere il mio spazio personale, scrivere sul mio quaderno, autoelogiarsi e cercare di sminuire il mio compagno. Sono riuscita a liberarmi di lui solo con fatica;
  • Per quella volta che in palestra (praticavo karate) un compagno mi filava apertamente e provava a sottomettermi fisicamente durante gli esercizi. È arrivato anche a dirmi come una donna, secondo lui, dovesse vestirsi (le mie gonne erano troppo corte, per lui). Quella volta mi andò bene (era un principiante ed ero più forte di lui). Anni dopo ebbi un problema analogo con un altro che era molto più forte. Ho sempre fatto in modo di non rimanere mai sola con lui;
  • Per quella volta, quando avevo diciassette anni, che il mio ex, voglioso di fare sesso, di fronte ad un mio ennesimo diniego mi disse: «Se fossi in te, non vorrei arrivare vergine ai diciotto anni, eh. Poi valuta tu.» sottointendendo apertamente che il fatto che non mi sentissi di avere un rapporto sessuale mi stesse svalutando;
  • Per quella volta che avevo dodici o tredici anni, ero in macchina e guardavo fuori dal finestrino. Si è affiancata una macchina piena di ragazzi e hanno cominciato a fare gesti osceni;
  • Per quella volta che ero in gita, facevamo il gioco "obbligo o verità", e un ragazzo provò a costringere un altro ragazzo a palparmi il seno;
  • Per quella volta che camminavo in strada e un tizio mi ha bloccata tagliandomi la strada con il motorino e insistendo per avere il mio numero;
  • Per tutte le volte che c'è un bar "per uomini" e se c'è gente fuori cambio strada, per evitar problemi;
  • Per quella volta che ero in metro. Uno mi fissava con sguardo languido a un passo di distanza, mettendomi enormemente a disagio. Quando gli ho chiesto di piantarla mi ha risposto che lui faceva quello che voleva e che non sapevo cosa mi avrebbe fatto se non fossimo stati in metro. Quando, ad alta voce, gli ho risposto «Cosa? Mi stupreresti? Mi picchieresti?» è intervenuto un altro uomo, dicendomi di darmi una calmata, che il primo non stava facendo nulla di male, poverino. Al che il primo ha cominciato ad insultarmi sul mio aspetto fisico. Per un attimo ho pensato di non scendere alla mia fermata, perché temevo che uno dei due mi avrebbe seguita;
  • Per quella volta che il pullman era pieno, e questo tizio mi si è spalmato addosso. Ma poi il pullman si è svuotato e lui è rimasto lì, che sentivo i suoi genitali attraverso i pantaloni puntarmi addosso. Quando ho protestato mi ha insultata, dicendo che dovevo fare attenzione quando parlavo con un'uomo molto più grande di me. Gliene ho dette di ogni. Sul pullman tutti hanno fatto finta che non stesse succedendo nulla;
  • Per tutte le altre volte che adesso non sto a scrivere ma ne ho a pacchi di queste situazioni!

Commenti

  1. Tristemente credo che molte (PROBABILMENTE TUTTE) ragazze abbiano avuto questo tipo di piccole esperienze che per noi donne ormai sono una routine, ma leggendole così, tutte insieme, fanno capire che siamo veramente trattate di merda!

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    1. Il problema di fondo è che vengono normalizzate e sminuite. È giunto il momento di condannarle e\o denunciarle tutte!

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  2. Grazie per questo articolo, veramente. Ti seguivo ancora sul vecchio blog (che adoro) e mi sono ritrovata nelle tue idee.
    Che poi, davvero incredibile quante donne le siano andate addosso (due esempi: Vladimir Luxuria e Selvaggia Lucarelli), che boh, femminite ogni caso... tranne questo. Perchè secondo loro, Asia Argento doveva sottrarsi, aveva tutti i mezzi, dicono. Loro.
    P.S.: ammetto di essermi immedesimata e arrabbiata nella parte #metoo... un'esperienza #metoo per me, è stata quando un ragazzo straniero (che ho incrociato per trenta secondi sul pullman) voleva il mio numero di telefono. Al mio rifiuto, questo fa: ma allora sei razzista!

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    1. Loro non erano nella situazione, non possono sapere. E poi non deve mai essere colpa di qualcosa che ha fatto o non ha fatto la vittima!

      PS: anche a me fa arrabbiare leggere i #metoo. Immedesimarsi purtroppo è fin troppo facile.

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  3. Grazie, quanto è importante questo post!!!

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    1. Parlare di questi temi è il primo passo per cambiare lo status quo! :D

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